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Nidaa Badwan, artista palestinese residente in Italia, è la vincitrice della settima edizione del Premio Pannaggi/Nuova Generazione 2024.

Ad annunciarlo l’Associazione Amici di Palazzo Buonaccorsi, il Comune di Macerata, Macerata Musei, Macerata Culture insieme alla Regione Marche e la Fondazione Carima. In occasione di questo riconoscimento l’artista sarà la protagonista della mostra The Saving Light allestita al piano nobile dei Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi a Macerata, con il patrocinio dell’Università di Macerata, dell’Accademia di Belle Arti e del Comune di Recanati e che verrà inaugurata venerdì 29 novembre, alle ore 18.

Il Premio Pannaggi/Nuova Generazione, ideato dall’Associazione Amici di Palazzo Buonaccorsi e giunto alla sua settima edizione, nasce con l’intento di dare spazio a giovani artisti emergenti under 40 della regione Marche, per far conoscere e implementare il loro lavoro all’interno della scena artistica nazionale e internazionale. 

“L’Amministrazione è grata agli Amici di Palazzo Buonaccorsi e a tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile questa VII edizione del Premio Pannaggi/Nuova generazione 2024, appuntamento ormai consolidato del calendario culturale cittadino - intervengono il sindaco Sandro Parcaroli e l'Assessore alla Cultura Katiuscia Cassetta - L’iniziativa rappresenta una preziosa occasione di confronto per i giovani artisti a cui viene offerta una vetrina di prestigio nel panorama nazionale. Attraverso questa manifestazione, la nostra Città si conferma luogo di cultura e innovazione, aperta al dialogo e alla sperimentazione”.

Per l’anno 2024 la commissione selezionatrice composta da Paola Ballesi, Katiuscia Cassetta, Nikla Cingolani, Loretta Fabrizi, Paolo Gobbi, Marina Mentoni, Mauro Mazziero, Giuliana Pascucci, Massimo Vitangeli, ha scelto un’artista palestinese ma italiana d’adozione.

Proprio nelle Marche infatti vive da ormai una decina di anni Nidaa Badwan, artista classe ’87 nata ad Abu Dhabi e cresciuta a Gaza, che ha eletto la fotografia a medium espressivo previlegiato e che nei suoi autoscatti racconta il mondo che la circonda, attraverso uno stile personalissimo ricco di colori di cui lei è protagonista e interprete.

La sua produzione fotografica è in continua evoluzione e le sue opere hanno girato e attualmente stanno girando il mondo con progetti mirati che rendono omaggio alla cultura italiana, mentre altri di carattere introspettivo e psicologico diventano potenti dispositivi di prospezione per penetrare nel fondo dell’animo umano - dice la curatrice della mostra Paola Ballesi -. Ma al di là dei vari temi affrontati, la sua ricerca attraverso il mezzo fotografico presenta una costante stilistica inequivocabile che rende unico e inconfondibile il suo linguaggio: la rappresentazione del corpo come teatro”.

La mostra personale The Saving Light di Nidaa Badwan si compone di fotografie site specific che l’artista ha realizzato proprio immaginando un dialogo con Palazzo Buonaccorsi, luogo che essa stessa definisce “dello spirito, impregnato di vicende personali, storia, magia e simboli”: più che mai in questi scatti emerge la componente teatrale del lavoro di Nidaa, un personale punto di vista con cui interpretare il reale, un’esclusiva mise en scène attraverso la quale si dischiude il segreto di sé e del mondo che ci circonda. Nelle sale del Palazzo si susseguono immagini che fanno rivivere i fasti dei tempi che furono e dei racconti qui conservati, i ricordi degli spazi e dell’umanità che ci ha vissuto emergono come scintille di luce che si fanno largo nel fondo oscuro, in un perfetto equilibrio tra memoria e modernità. 

La luce, qui spirituale e salvifica, è protagonista di altre serie realizzate negli anni da Nidaa che saranno presenti in mostra a testimoniare il percorso decennale di questa artista: “Rinascita” è il ciclo più recente, sempre del 2024, nel quale la luce è protagonista assoluta, carica di forza energetica capace di dare vita; nelle “Oscure notti dell’anima” del 2020 l’artista si rappresenta come un angelo caduto che per poter volare lontano dall’oscurità deve trascendere la sua natura umana; infine “Cento giorni di solitudine” del 2016 è il lavoro che ha portato Badwan alla notorietà, il racconto di un esilio volontario per denunciare gli abusi del potere, una lotta pacifica e silenziosa che trae la sua forza dai colori saturi e dalla luce catturata dai suoi scatti.

In occasione della mostra sarà redatto un catalogo bilingue, per raccontare le opere e la produzione di Nidaa Bawdan attraverso il testo critico della curatrice Paola Ballesi e il dialogo tra l’artista e la storica dell’arte Maria Letizia Paiato, inoltre verrà presentato un video sul suo lavoro.

Il progetto del Premio Pannaggi è stato reso possibile grazie al main sponsor Simonelli Group, da sempre attento sostenitore del connubio tra arte e mondo produttivo nelle Marche. È inoltre realizzato in rete con il Centro Studi Pannaggi, l’Accademia dei Catenati e Il Mugellini Festival, e in collaborazione con il CeSma (Centro Studi Marche), il Centro Documentazione e Ricerca Artistica Contemporanea Luigi Di Sarro, Laboratorio 41, Spazio Lavì e la Galleria Fumagalli di Milano che attualmente segue l’artista. Un particolare ringraziamento a Roberto Capponi, manager e mentore di Nidaa Badwan, per il contributo fondamentale dato alla realizzazione del progetto.

 

Informazioni

T. 0733 256361

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